lunedì 8 giugno 2009

Visioni (e asini).

Au Hasard Balthazar, Bresson 1966
Si rincorrono in questi giorni un branco di asinelli ed io fatico a star dietro alle parole. Lucignolo, anima grande!, orecchie pelose che spuntano in un paese di balocchi, l'asinaccio, dietro alla lavagna oppure all'angolo di spalle, l'asino d'oro su fondo rosso, in piccolino in basso a destra, Ugo con le orecchie mozzate sulla testona ispida e grande voglia di giocare, le farneticazioni libere di una ragazza approfittata su tanti anni passati a girare intorno a un centro come asini intorno al pozzo, legati o meno, sempre avanti, sempre avanti, sempre avanti senza sapere cosa fosse il centro ma dover andare per una spinta o un fuoco. In mezzo a tutti i raglianti, io, la più asina di tutti, che testarda mi impunto, a testa bassa vado, ostinata, stoica, ottusa, carica di grosse buste, borse, zaino, io senza via di fuga, legata a quel centro a girare in tondo, scaricata e stanca, il ciuco del pentolaio. Io, au hasard. Raglio, scalcio, sono buona, nell'angolo, di spalle, con un cappello a punta.

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