venerdì 15 maggio 2009

Stagioni.

Apre la stagione in piazza Ghiberti, ci sarà musica, ci sarà qualcosa, verrà qualcuno, ma forse no, allora affanculo i bidoni, non viene nessuno? ci saremo noi Arthur. Tacco di otto, nessun equilibrio, ci importa sega, basta finirla di marcire, in culo alle nonvoglie a letto alle dieci, la vita è breve, ci sono mondi, ci sono odori, frastuoni, volti. Vale la pena di perdercisi in mezzo per potersi ritrovare e sentirsi presenti alla vita. Esistono persone imperfette e simpatiche. Esisto io e quello che ho voglia di vedere, i miei interessi,quello che nutre la mia vitalità. Anche se tardi arrivano i Camillocromo e non fanno più musiche oniriche per film immaginari, sono passati a fare musica per cialtroni ballerine e tabarin e hanno rimedi unici e meravigliosi per noi seduti in prima fila e anche per quelli dietro. Gli ottoni gorgogliano sottacqua come cetacei ebbri e festanti, la fisarmonica recita la sua parte ammiccante e scuote il ciuffo, brillano i lustrini al suono del kazoo. I Camilli trascinano tutti nel tango, nell'aritmia di musiche smembrate e riaccostate in corsa, il piedino non riesce a stare immobile, ti portan via e tutto è rilucente e colorato come in un cartone animato, al secondo spritz la piazza danza e volteggiano le bottiglie, le mutande calano, le donne ballano leggiadre su tacchi altissimi in stracci inutili. E' un'energia primitiva, da bere tutta e ritrovarsi sorridenti nell'odore del fritto di pesce quasi si fosse al mare. Due gocce di pioggia appena hanno allungato il cocktail, eppure a un tratto vedo i musicanti che suonano di tutto e si passano uno sgabello, una sedia e un secchio, una bicicletta, una transenna. Apoteosi, applausi, quiete. Anche se mezzanotte è passata Arthur non è diventato una zucca, il tacco scivola sul pedale ma rientro a casa incolume ugualmente. Dentro, possente, un capovolgimento fantasioso mi porta avanti.

2 commenti:

  1. Ecco, un'altra volta bisognerebbe che i Camillo arrivassero prima, così li vedo anch'io.

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