sabato 23 maggio 2009

Sogni.

Non sapevo dove ero arrivata, solo che mi ero allontanata da casa, volutamente, e tanto. Me ne stavo a un tavolo, seduta sul bordo di una strada che pareva la strada principale di un paese o una periferia e guardavo un bus che aveva un'indicazione sconosciuta sul display e mi veniva incontro. Mi sentivo un po' strana lì nel mezzo, mi vedevo nella vetrina di fronte e non sapevo che ci facessi io a quel tavolo e quel tavolo sulla carreggiata. Un uomo, bello, mi veniva a chiedere ogni tanto qualcosa e poi tornava alla sua officina, aveva una tuta scura. E quando iniziava a piovere veniva di corsa e diceva "Bisogna che io prenda la macchina allora, su" e non diceva altro e scappava a prenderla e io pensavo forse torna soltanto dentro alla sua attività, ma lo sapevo che voleva accompagnarmi. Sapevo che mi avrebbe portato e sarebbe stato comodo e risolutivo e semplice, ma mi alzavo e lasciavo il tavolino, mi intabarravo in una mantella e riprendevo le strade sconosciute e anonime. Mi perdevo di nuovo, incontravo altre persone che si erano perse, in qualche vicolo gente che si drogava, gruppetti con grandi ombrelli, alcune strade le cambiavo.

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