domenica 17 luglio 2016

Domenica.

Dal barattolo di vetro con l'etichetta scolorita, un profumo che torna da lontano. Un fondo nascosto, imbiancato di gesso, con una radio sempre sintonizzata sulla solita stazione. Musica classica, rumore di compressore, a modo suo un posto silenzioso in quanto nascosto al mondo. L'odore del gesso e della colla di coniglio. Inconfondibile. Pesare la dose con una bilancia approssimativa, misurare l'acqua con precisione. Tutta la notte ammollo, poi al mattino subito a scaldare, a bagnomaria. Controllare che i grumi si siano sciolti. Trovare una calza, filtrare e prendere un pennello. Non uno a caso. Cercarne uno preciso, sfilarlo dal barattolo e riconoscerlo. È quello giusto, è proprio quello da ammannitura. Oggi è domenica, sui social pullula di foto di cieli, mari e montagne. Grigliate, gambe ignude e panorami. Aperitivi, sport estremi, abbracci romantici. Me ne allontano, stacco, non esiste ancora un social per condividere il profumo della colla che riempie la stanza e le narici, che inebria la testa in una ebbrezza di ricordi. Di corridoi, di altri profumi, di vicini rumorosi, di incontri e voci e immagini che si susseguono e valgono più di qualsiasi bacheca virtuale. Con il pennello giusto, picchiettare di punta, metodicamente, senza bisogno di altro. Non esiste un social per tutto questo. Perchè non si tratta di immediatezza, fotografia piatta, 160 battute. In questo profumo ci sono anni e anni di esperienza, di conoscenze, di vite incontrate e trasformazioni vissute. Ci sono il ricordo di persone scomparse, luoghi passati, c'è la bellezza di poter sentire ancora tutto questo. Puoi cambiare lavoro, ma un mestiere è davvero per sempre, ti entra nelle fibre.

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