martedì 2 luglio 2013

I pesi, i vuoti.





Era gennaio 2009, La Cité. Io chiusa, lei aperta.
Ieri, 2013, lei chiusa, io aperta. Una notte nera, per parlare di spazi di cui si cancella la memoria. Resistere, ascoltare, raccontare. Esser presenti, con un sacchetto di fiori di carta e una mela. Amici, occhi, parole da ascoltare e da buttar fuori. Sto disertando villa villacolle, le dorature, il fare. Su tutto sembra che abbiano il sopravvento le parole. E un abbraccio. E occhi. Scrivo. Leggo. Piedi per terra, pelle, corpo a riequilibrare. Serve una zavorra, per non volare via. Ma quel che non si trasforma è un peso, che non permette di volar via.

Oggi, come anni fa.

Cammino sui vetri e non penso al dolore
questo tempo mi sa dare molte cose
rabbia che trascina questo corpo senza storia
non ho un retroterra culturale
e sono a caso
vivo a caso
mangio a caso
in questo stato nuovo liberato,
sono a caso
nasco a caso
guardo a caso
vado a caso
parlo a caso
resto a caso.
Nada Malanima

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