domenica 1 luglio 2012

Bandoli.

Ristoro del pellegrino, Montesenario

Passo da qui, provo a rileggere, non trovo quasi niente che significhi. Quasi che l'astrazione si sia  presa tutto lo spazio e non sia rimasta neanche un'impronta del vissuto. Solo viaggi di treni, spostamenti, incertezze. Neppure io riesco a decifrare i segni e tutto mi appare svagato, svanito, svilito. Sarà l'indefinitezza di un qualcosa che sta cambiando forma. Sarà che da settimane non ho tempo per dedicarmi a villa villacolle e sono stata impegnatissima in qualcosa che mi ha tenuto lontano da tutto.
Nel primo sabato libero da diverse settimane, ho dato fondo all'ozio, pisolando molto, leggendo libri che erano fermi da mesi e soprattutto imponendomi la calma, la leggerezza e la futilità. Leggere, disegnare, riposarsi. Ho ricevuto regali, ho letto una tesi. Un lavoro interessantissimo, appassionato, una dichiarazione d'amore nascosta dietro ad un lavoro accurato e molto serio. Il tema della separazione, la poesia, l'amore per le parole e la necessità di esprimere, la delicatezza della responsabilità di dover tradurre. Sulla separazione cerco di capire qualcosa da molto tempo, ma dai e dai credo di dover ammettere che forse sì, ho teorizzato tanto, ma come prassi devo aver toppato in qualcosa. Da tanto tempo ho smesso di sognare e solo raramente trovo immagini che mi scuotono nella notte per poi tornare in una nebbia grigia ed ovattata. Oggi ho letto che si sta così quando non si ha speranza. Ho letto anche cose molto peggiori e me le sono sentite tutte addosso come vestiti fatti su misura. Non so che fine abbia fatto la mia ricerca. I pensieri. I miei cubetti. Mi sento come se avessi alzato dei muri e stessi tenendo tutto fuori e lontano. I cubetti, così facendo, diventano rovine e l'arroccarsi non porta con sè alcuna trasformazione, solo il delirio d'onnipotenza di quelli che sparano a vista su chi prova ad avvicinarsi al confine. Non so bene che fine abbia fatto io. Per capirci qualcosa temo che dovrò aspettare ancora un bel po' di tempo.

3 commenti:

  1. Oppure mentre vedi tutto grigio e pensi che il mondo sia rimasto al di fuori delle tue mura..c'è qualcosa che cresce nel silenzio, un'evoluzione lenta e intima che ora non stai nemmeno considerando..ma un giorno ti alzerai e ti sentirai cambiata e capirai che qualcosa è successo e ti ha portato su una nuova strada da percorrere. E allora li ci sarà di nuovo da camminare :)

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  2. ..l'ozio fisico lascia troppo spazio ai due neuroni, che girano e girano, si sovraccaricano e non arrivano alle conclusioni... mi toccherà legarli anche perchè mi fanno caldo

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  3. Avevo perso questo post. Peccato perchè proprio me lo sento addosso come una seconda pelle.

    Non ho consigli da dare, ma è bello sentirti così vicina.

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