domenica 13 maggio 2012

Swot Analysis.




Andare camminare lavorare

Passo un pomeriggio spaparanzata in svacco, prima sulla poltroncina di un cinema di parrocchia, poi su una mini sediolina di legno. Ascolto storie. Guardo persone. Lui, seduto su una seggiolina legno e metallo leziosissima, molto british. Ci racconta la lirica, la Callas, il carnevale. Lei, su un cantero ignorante prende appunti, segna ricette, annota tuorli e cucchiai rasi. L'altra, con le unghie adunche rosa barbie si lascia andare a confidenze di amori senili, prestazioni geriatriche e chirurgica freddezza per rapporti ormai svuotati. Mi svago, ozio, lascio che passi il tempo. Che l'aria calda di sole entri dalla finestra spalancata. Che il pomodoro elettrico ciucci energia. Poi rientro. Preparo una patina verdastra, macchio l'argento, cerco di dare una sommaria pulita. Non so se pensarci, ma in testa rotolano ciottoli. Poi torno in rete. Leggo, cerco sensi, chiavi di lettura, nuances. Mi sento distante, forse perchè fuori dai giochi. Faccio fatica a inquadrare in una critica articolata. Mi limito a individuare. Cosa mi suona cosa mi stona. Ognuno ha la sua coerenza, io son finita che per non esser mai meno che in linea con me stessa neppure posso permettermi più di poter fare troppe scelte. Niente è gratis. E lo sapevo. Leggo, quando ho tempo. Vado, cammino, non lavoro. Produco non consumo non guardo la tv. Vado al cinema, che lo regala la tre. Non faccio sport. Non cerco una persona che mi sia cuscino, non ho fragili desideri. Mi sbatto? Mah, forse. Sono invecchiata, non è più tempo di creste, non mi faccio, non mi riempio di borchie, non mi rompo le palle. Di sicuro, crepo.

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