venerdì 23 marzo 2012

Sport.


In mancanza di un professionista mi sono arrangiata e ho scattato al volo, in una brutta luce, in mezzo al caos. Dal vivo è tutta diversa e così prima di portarla a destinazione ho tenuto nascosti i risultati. Cambia con la luce, si muove. Mi ero divertita, nei giorni precedenti, a fotografarla passo passo per tenere aggiornato chi da lontano l'ha desiderata. Come per un'adozione ho giocato ai progressi. Gesso, bolo, foglie di rame e di argento vero. Maltrattate, usurate, cangianti, invecchiate ma al tatto lisce come seta dopo la brunitura. La pietra che scorre, poi la cera, il panno di lana. In fretta, che tutto si accavallava e i test da fare, le cose da finire, gli scatoloni da riempire, i preparativi di Maria Antonietta che inciampavano. E poi i treni, i giorni fuori, un auditorium e tanti piccoli banchi e veramente tante, tante sedie. Test, colloquio, attesa. Inglese, informatica, improbabili test psicoattitudinali come giochi di ruolo. Estranei. Quando finalmente sono rientrata a casa non ho saputo bene cosa pensare, se ho realizzato qualcosa, se dovevo ritrovare il bandolo per ripartire, se mi era concesso almeno riposarmi un poco prima del grande weekend. Ma son tornata subito sul pezzo, che c'erano ancora cose da fare a Villa Villacolle e mancava troppo poco ed ero ancora piena di dubbi su quella cornice fata e finita in così poco tempo e tanta confusione. Di certo, rientrando nello studiolo, è stato come vederla per la prima volta, dopo tanta adrenalina, stanchezza, cose diverse dal solito. L'ho guardata e sono passate le paure, l'ho vista davvero, lì sul tavolo come se non l'avessi fatta io ed è bella. Intorno il marasma, ho cercato di pulire, riordinare l'esplosione. Ogni tanto buttarci un occhio e pensare Ok, va tutto bene, è bella. 

Adesso son passati i giorni, la cornice è stata portata a casa sua, i risultati del test d'ammissione sono arrivati, Maria Antonietta è in piena lavorazione, stanno prendendo forma nuovi progetti ancora. La difficoltà a fare un nuovo che mi ha fatto penare tanto a febbraio sembra una barzelletta, adesso.Ma non ho tempo neanche di pensarci, che ho un'agenda piena di scarabocchi, appunti, scadenze. La conferenza stampa, la prima, l'inizio corsi, il colloquio orientativo, il salone del mobile. Che giostra.

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