giovedì 25 agosto 2011
Vacanze.
Lascio in frigo la colla e pure il rimasuglio di bolo blu (quel poco che non è tracimato nella borsa durante il trasporto). Lascio la cartella coi fogli le copie e le buste. Lascio le cose da riordinare, i vestiti da stirare, i piatti da lavare. Con Maria Antonietta sottobraccio me ne vo al mare, crinoline e parrucche sotto l'imbrellone, sabbia nel bustino e scarpine di seta a prender l'onda sul bagnasciuga. Mi riprometto di ungerle le guance incipriate con un buon fritto di mare, farla assopire nel pomeriggio all'ombra dei tamerici e farle vedere almeno un tramonto come quando ero piccola, vicino a quell'abbozzo di pontile consumato. Sì, ancora quello, proprio quello da cui il M****** faceva i tuffi con la bicicletta. Preistoria e leggenda. Ripenso a Kafka, a Lowy, alla felicità che è come Cracovia. La sogni, la brami, la attendi e poi ci passi in mezzo e non sai di esserci dentro.
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