sabato 19 febbraio 2011

Visioni.

Kill me please, Olias Barco 2010

Recuperato al volo al cinemino della casa del Popolo, con grande soddisfazione. Non avendo letto nessuna recensione, come al solito, sono andata pulita, aspettandomi qualcosa che affrontasse il tema del suicidio assistito e senza immaginare in cosa potesse sfociare un tema simile. Una mattanza. Atterrita nella poltroncina in penultima fila del minuscolo cinema, la cervicale martoriata, in uno spasmodico levaemetti gli occhiali intervallato da gelide risate. Perché sì, confesso: essendo miope da un occhio uso cavarmi gli occhiali ad ogni immagine disturbante per affrontarla nella sfocata versione dell'occhio cecato. Questo mi risparmia i dettagli per me rivoltanti e in compagnia di chi non sa il trucco mi risparmio io di stare con le mani sugli occhi come i bambini. Scene disturbanti, effettivamente, ce ne sono. Quel sangue nero fa più senso di quello rossopomodoro. Sarà per la crudezza del tema o per il bianco e nero che decima la distrazione. Il bosco, la neve, gli interni, i volti. Tutto ha la stessa nitida freddezza del bianco e nero. Non c'é poi molta differenza tra la vita delle cose e degli oggetti in questo film. Si ghigna, si sobbalza, si sospira e si inghiotte a disagio. Questo mi accade. Poi si riaccendono le luci e ascolto le impressioni intorno, involontario sottofondo. Molta perplessità. Domande sui perché e sui percome. Scontento. Rido. Signori miei, siete venuti a vedere un film che parla di gente che vuole farsi fuori. Un'opera che è la spettrale fotografia della follia anaffettiva e niente altro. E fotografa quell'indifferente pazzia con lucida ironia ma anche con grottesca leggerezza. A parer mio, assolutamente da vedere. Poi se tutto pare un'insensata mattanza o si dovesse perdere il filo, per eventuali domande e chiarimenti la mia mail è nel profilo, un punto di vista non si nega a nessuno.

3 commenti:

  1. Un punto di vista lucido e coerente, capace di seguire il filo oltre la razionalità e la logica del due più due, oltretutto. Prezioso. Specie per chi, come me, oltre certe soglie si perde.

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  2. io come al solito lo volevo vedere e non l'ho visto

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  3. @Giovanni: non sarà forse che quel filo è mio e leggo tutto alla mia maniera e me ne impipo anche quando vado di fuori? :D
    @Andreij: rimedia, ne vale la gioia!!!!

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