martedì 26 gennaio 2010

Binari.

Piove, la donna deve prendere il treno. Le mancano leparole e non ne trova altre che non siano parlate, spese, volate. Ha inventato titoli per feuilleton ottocenteschi, trovato battute che manca poco l'hanno ucciso, ha appeso acquerelli di gatti morbidi uguali a quelli che le infestano la coperta, sfogliato libri editi soltanto per lei e trovato la sottile violenza che sempre le ha tirato fuori lacrime, riconoscenza schiava, subdola stretta che non ha mai smesso di serrarle il cuore. Piove, la donna ascolta filastrocche e stringe un libro blu. La stazione sempre le ricorda un uomo che suona e in tono confidenziale canta tu parlavi una lingua meravigliosa, echi di navi del porto e fughe a Vaiano. Sente un po' freddo, la borsa è leggera e non ha altro bagaglio che una trepidazione senza ansie, solo curiosità. E' piccola, a volte la donna, si spaura e precipita le cose. Tempo di ritrovare il filo, ascoltare e ritrovarsi. C'é tempo, ci sono strade, non esistono più binari e deragliamenti inevitabili quantunque, esistono navi, esiste camminare il mondo, occhi aperti e con la prospettiva, la donna guarda l'orologio e il biglietto tiene il segno nel libro. Avrà tempo di ritrovare la calma e perderla di nuovo. La sposa prende il treno.

2 commenti:

  1. togli il fiato
    e mi soavento,
    olgaolgae

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  2. Ti sei salvata all'ultimo. Se avessi scritto: "La sposa si butta sotto al treno" era plagio...

    LeD - editor

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