lunedì 9 novembre 2009

Cul de sac.

No, via, ci sono quei periodi che non si riesce a svoltare. Che già c'é sempre l'esterno a gravarti di sozzure. Per cui teoricamente uno dovrebbe ricevere linfa vitale dal piccolo cosmo personale. Ma a volte capita che l'orticello si ribella e esplode e si fa ostile oltre ogni limite, portandoti a chiederti per la maggior parte del tempo Perché, cosa sto sbagliando? Nulla, ovviamente, è solo il temporaneo delirio di sfiga che ti si abbatte contro. Succede. Che il cellulare non ti suona più e non ricevi risposta agli sms che mandi. Che non ti torna niente, non ti si risolvono i capelli, non capisci più che cosa hai addosso. Che la tua stanza è esplosa e non sai come ricomporla decentemente né se ne valga la pena. Che diluvia solo giusto il tempo in cui sei sopra al pomodorino ansante, che oltretutto con l'arrivo della stagione fredda perde in autonomia e non riesce a raggiungere nemmeno le biciclette. Che la colonnina elettrica è sempre costantemente occupata e se ne cerchi un'altra scopri che il Comune ha escogitato una genialata unica e non tutte le colonnine hanno lo stesso attacco. No, ce ne sono almeno di tre tipi diversi. Che invece di un sottosella pare di girare con un campionario di raccordi. Che in un pomeriggio di lavoro in cui ti senti molto inutile arriva finalmente con tre ore di ritardo la coppia di ospiti silenziosissimi e si guardano intorno e ti dicono siamo dolenti ma non ci piace la zona e dopo quindici minuti stai chiudendo il portone alle loro spalle che vanno a cercarsi un altro posto. Che quasi per miracolo stai per vendere due lampade ma devi scappare a lavorare e pensi non ci credo non ci credo non ci credo e infatti quando richiami per sapere l'esito della scelta hai fatto bene a non crederci, perché le lampade son rimaste lì. Che pensi adesso vado a rilassarmi un poco nel mio localino-tana e trovi chiuso e ti resta per tre giorni la voglia di torta di mele allo zenzero. Che nel buio umido esci da lavorare e da lontano vedi roba sulla sella del pomodoro e non capisci, che non è più il tempo in cui ci si adagiavano sopra fiori e cioccolatini, e quindi non ti sobbalza nemmeno il cuore, però quando ti avvicini e ci trovi sopra la spazzatura ti sembra anche un po' troppo. Eccheccazzo, appena mi torna la verve del tacco otto ve la fo vedere io, Ladoratrice, bucaioli.

3 commenti:

  1. Povero pomodorino.. :/ ci vorrebbe qualcosa come la papa-mobile, ecchecazzo!!

    :*

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  2. Grazie, scalda il corazon trovare dei compagni di merende... il tacco otto riacquista verve più alla svelta :-)

    Cla:....Pap(p)a(colpomodoro)-mobile.... ok pessima..... ma capitemi! Eccheccazzo!!!!

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