venerdì 14 agosto 2009

Visioni.

Ripenso alle scene e ai dialoghi del film dell'altra sera. Bel film, senza retorica, senza ideologiche prese di posizione, realista, semplice, con il suo bel carico di pesantezza stemperato da visionarie comicità involontarie e surreali. Delicato, direi pure "giusto" nel dare colpe a tutti e nel toglierle a tutti di fronte allo scatenarsi della crisi. Bel film che racconta una storia vera e che si basa su una semplice affermazione. Si può fare. La guarigione è possibile, il reinserimento è possibile, tutto è basato sulla capacità di creare la condizione, il rapporto umano che porterà alla trasformazione. Senza sapere niente di malattia mentale un sindacalista si ritrova in una cooperativa dove si cerca di dare un senso all'esistenza dei malati mentali dopo la chiusura dei manicomi. Sedati, accalcati, tramortiti in lavori assistenziali inutili e senza scopo, senza quasi dignità umana, guizzi sprecati per non attenzione. Nello, entrandoci in rapporto, basandosi solo sul "fa bene a me farà bene anche a loro" li porta fuori dalla melma dell'oblio, l'ottundimento terapeutico, li fa vivere ed essere. Un sacco di roba in Si può fare. Non ricordo di averne sentito parlare se non da chi me lo ha consigliato.

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