sabato 18 aprile 2009

Storie che non so scrivere (ancora?)

Mi piacerebbe scrivere la storia di una donna che ha sempre avuto grandi difficoltà nei rapporti con gli altri ma che non si è mai tirata indietro. Convinta che alla fine, ciò che avrà veramente contato, saranno state le emozioni, i sentimenti, l'amore speso o ricevuto. Che di una persona si ricordano gli occhi i silenzi e il calore. Che di una vita si ricordano i rapporti e non la carriera o chi lo sa quale altri beni materiali. Quella donna ha fatto dei rapporti a volte zoppi, alcuni storti per via della sua incapacità e anche un rapporto brutto e malato per una ingenua fiducia o una cieca imbecillità. Perché un briciolo di testa non ce l'ha mai messo, soltanto il cuore verrebbe da scrivere, di fondo ha sempre ascoltato solo la sua parte irrazionale. Ed è per questo che qualcuno l'ha amata tanto e la ama ancora. Quella donna è diventata scettica o forse è sempre stata cinica e di fronte a questo assoluto ed immutabile sentimento non ha armi se non un muto rispetto. Perché di fronte al movimento e alle trasformazioni, tale granitica certezza le pare inarrivabile. Impossibile. Ma spesso quella donna finisce per ripetersi che dell'amore in fondo non sa niente. Ma una cosa di se stessa l'ha capita o inizia a capirla. Che ha sempre messo tutta se stessa comprese le proprie difficoltà nei rapporti che ha cercato di fare. E in quel darsi completamente ha creato dei legami profondi che han superato le separazioni, ne ha avuto prova, li vive, li ha. Le pare di poter dire che non ci si separa mai dai rapporti, poiché son ciò che ci costituisce. Non si può essere se non ci si relaziona alla realtà e agli altri. E sebbene cambino le modalità di relazione si resta in rapporto nel tempo e si resta legati. Da qualche mese la donna ha a che fare con grandi cambiamenti che la fanno vacillare, la fanno andare avanti e ritornare indietro. La spaventano perché non sa se così, da sola, sarà capace di farcela. Vorrebbe a volte avere un foglio scritto in cui si attesta quella diagnosi di alta funzionalità e salute mentale che le hanno elargito, se non fosse che non crede a certe definizioni e la fanno anche incazzare. E poi nella storia dovrei parlare di quanta incertezza la colga di fronte ad ogni scelta, sempre preoccupata di dover rendere conto delle proprie azioni, dei propri comportamenti. Quasi che la sicurezza nel seguire l'irrazionale al momento dell'incontro si faccia niente nel momento della separazione o in quello del rifiuto sano che serve a ricomporre quell'integrità dell'immagine frantumata dall'esterno. E' una storia ben lunga, a ben guardare. Mi ci vorrà moltissimo tempo. Se riuscirò a scriverla la donna riuscirà a ritrovare l'equilibrio e la gioia di tutti i rapporti che desidera.

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