lunedì 27 aprile 2009

Dubbi e certezze.

Agghindata da simil signorina, un po' come la vacca da vendere alla fiera, mi presento in società e dò il meglio di me facendomi uscire la senape dal naso. Poi fine dì ricreativo principia il curturale. E mi restano in mente alcune cose che rotola rotola son sempre lì e ci penso e ci ripenso. Vengono da un libro che non ho letto, un testo di sociologia, e io della materia non so niente. Ma tre parole mi sono rimaste molto impresse e ho continuato a pensarci. L'autore è Anthony Giddens e la pagina molto sottolineata si riferiva a un fenomeno detto "esproprio dell'esperienza". L'individuo viene espropriato di alcune esperienze nel momento in cui queste vengono relegate in ambiti che le circoscrivono e le "incasellano". Ne viene allontanato per un processo di "civilizzazione". L'elenco diceva: malattia, follia, criminalità, morte, sessualità. Non ne ricordo altre e forse tutto quello che ho pensato cade di fronte alla lacuna. Ma non voglio recensire il libro e nemmeno fare della sociologia, solo scrivere cosa mi passava in testa mentre lavoravo questa mattina. In soldoni malattia e morte son relegate all'ospedale, la malattia mentale al manicomio, la criminalità al carcere e la sessualità nella camera da letto. La civilizzazione passa da questo. Io ho annuito tutto il tempo, affascinata dal fatto che mi si servivano cose nuove, eppure oggi mi stonava qualcosa. La morte, la malattia, la criminalità e la follia ok, sono esperienze che possono essere sottratte in qualche modo alla persona deputando dei luoghi circoscritti dove il "protagonista" viene emarginato e i familiari e i conoscenti vanno, se vogliono, a incontrare quell'esperienza. Due cose mi fanno pensare. La prima è questa cosa della sessualità reclusa nella camera da letto, visto che per sessualità non intendo solo l'atto sessuale ma qualcosa che muove ogni azione, ogni rapporto, non si può prescindere dal proprio essere maschio o femmina. Non credo di smetter mai di essere donna durante le mie ventiquattro ore quotidiane e investo della mia sessualità ogni scelta che faccio. E poi mi sono detta: in quell'elenco manca un'esperienza. Che viene ugualmente "rinchiusa" negli ospedali ed è ugualmente importante, intima e privata. La nascita. Si moriva in casa, si nasceva in casa, un tempo. Poi nascono i luoghi deputati a certi eventi, ma la morte la si prende in considerazione, la nascita no. Questo si lega indissolubilmente alla sessualità, mi sa. Se annullo la differenza tra uomo e donna e ne fo due bestioline che si accoppiano (in camera da letto se civilizzate) circoscrivo la sessualità alla copula e allora la nascita, il parto, la gravidanza, smettono per forza di essere importanti. Sono secondarie e ininfluenti. Chi lo sa, non sono sociologa, non ho letto il libro. Però magari lo approfondirò, mi ha incuriosito. Anche perché ho pensato che dopo i luoghi "fisici" atti all'esproprio dell'esperienza, ne è stato creato uno non fisico che serve a fare ancora di peggio, il web, dove si ha la sublimazione dell'esperienza! Nel virtuale si possono spendere senza fatica parole importanti, fare e disfare legami profondissimi, crogiolarsi in affinità elettive, sentirsi accanto a persone lontanissime. L'illusione che ci sazia, ci coccola l'ego, ci fa arrivare un contentino e dopo CLICK si spenge tutto. E anche un blog che parla di convento si riduce a un guscio vuoto dopo soli tre giorni in cui al convento non si mette piede. Un simulacro, la buccia secca di un frutto mangiato la stagione scorsa. Perché sono solo segnetti regolari su una pagina in rete. L'esperienza sta nelle narici che frizzano di senape, nel profumo di bolo che si scalda sulla piastra, nel calore della pelle che si sfiora. Tutto il resto son seghe. Scritte sulla bacheca di facebook.

6 commenti:

  1. "Se annullo la differenza tra uomo e donna e ne fo due bestioline che si accoppiano (in camera da letto se civilizzate) circoscrivo la sessualità alla copula e allora la nascita, il parto, la gravidanza, smettono per forza di essere importanti."
    Te tu inviti la lepre a correre! :-)
    Però andrebbe detto meglio che gli esseri umani, diversamente dagli animali, scopano anche per nulla e non solo per un fine procreativo...a meno che uno non sia cattolico.
    Oh bella questa m'è venuta senza accorgermene: cattolico=animale.

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  2. "Tutto il resto è noia", come diceva quel drogato lì.
    Io son del parere che non ci si possa limitare a scriversi.. io ho bisogno di guardare le persone negli occhi per trasmettere e per ricevere.
    Un monitor non ti darà mai un paio di occhi da guardare, il monitor non è che uno specchio: ti guardi, ti esalti, ti fai un'immagine e parli con quell'immagine.
    Ma gli occhi, un profumo, un sorriso.. sono ben altro.

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  3. @verduraio: che mi venga detto "però andrebbe detto meglio" quando il filo del pensiero è il mio mi lascia un po' perplessa, non è che sto eseguendo un minuetto o ripetendo una lezione, sto facendo un ragionamento secondo i miei mezzi e il mio sentire. allora ti potrei dire che non è giusto dire che l'uomo scopa "per nulla", quanto forse per molte cose che non sono la procreazione.

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  4. Oh no, non volevo correggere te, assolutamente!
    Semmai, entrando nel tuo filo di pensiero, cercavo di rendermelo più chiaro separando "la copula" dalla procreazione. E quindi quel "per nulla" di cui parlo è tutto ciò che sfugge alle menti positivistiche, invisibile esattamente come il nostro stesso pensiero.

    :-)

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  5. Che dire...
    Nei tuoi panini Nasali al fior di Senape c'ero.
    Mi basta questo.
    :)

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  6. L'anonimo che era nei panini sarà stato il wurstel, il cacio, la mostarda o il cetriolino? mah....

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