sabato 23 marzo 2013

Densità.






"Sono così i labirinti, hanno vie, traverse e vicoli ciechi, c'è chi dice che il modo più sicuro di uscirne è di continuare a camminare e girare sempre dallo stesso lato, ma questo, come siamo obbligati a sapere, è contrario alla natura umana"
Leggo il ritratto appassionato di Saramago e ne prendo dei pezzi, li appunto, li fotografo, li copio e li incollo. A questo vorrei aggiungere la parola "sana" in fondo, a completare. Perchè "secondo il mio poco conoscere" come diceva un mio avo, quando la natura umana si ammala un po', si rattrappisce, si trova stanca, finisci che da quei labirinti non esci più, perchè non trovi più, un nuovo. Ti limiti a strisciare lungo i muri e più sono sempre i soliti più ti senti a casa, confortato da quel ripetersi sempre uguale. È un poco perdere la speranza, è limitarsi ai rapporti falliti, è un cancellare la possibilità di un domani. Da questo limbo veloce guardo tutto e guardo me e ancora non mi vedo e quel che ero non sono più, di nuovo. Stavolta, il nuovo, richiede tempo. È sempre più arduo, o almeno sembra. sarà per quella sindrome da lavandino stappato per cui non tengo santini e medagliette e tutto sfugge. Ma me lo raccontano, gli altri. Di quando ho fatto cose, ho realizzato, ho costruito. Io guardo. Parlo, ma dico sempre meno. Mi sa che non ho più voglia di render noto lo scenario. Mi accorgo che mi resta tutto il passato dentro e guardo. Ho un sacco di vecchio, e consumato, e lo lascio lì, annuso il nuovo ed è nuovo davvero. Lo sapevo che era un anno di separazioni. E invece di studiare leggo poesie, cerco parole, mi meraviglio.
Come ti si dovrebbe baciare
Quando ti bacio
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombelico
non è solo il tuo grembo
che bacio
Io bacio anche le tue domande
e i tuoi desideri
bacio il tuo riflettere
i tuoi dubbi
e il tuo coraggio
il tuo amore per me
e la tua libertà da me
il tuo piede
che è giunto qui
e che di nuovo se ne va
io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo sarà trascorso.
Erich Fried

1 commento:

  1. quando il passato comincia ad essere molto non si ha più voglia di sempre nuovi domani. Ci si sente sazi.

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