giovedì 22 novembre 2012

Brighton&Hove.

Ho mangiato il fish'n'chips, ho imparato a stare in fila per prendere l'autobus. C'è una bella luce al tramonto e tutto è nuovo e bello. Il vento fa correre le nuvole e a volte in mezzo alla pioggia esce anche il sole. C'è molto verde e tante cose sono echi di quando facevamo inglese al pomeriggio e la maestra ci raccontava Harrods, le case e mille piccolezze che ho certamente dimenticato nei fatti ma che riconosco nel sentirmi in un posto familiare. Peró. Peró non basta e manca troppa roba. Mi manca Villa Villacolle. Mi mancano le pietre. L'odore del bolo. Voglio tornare al più presto a toccare il legno. Mi sento in mezzo a una pagliacciata che mi ruba tempo e mi prosciuga i risparmi. Uno mi dice che ho tutti gli arnesi nella mia cassettina, un altro che posso fare da me. Io penso alla temperina, ai segreti del Martini, a come si sente se la missione è pronta e a come si capisce se la colla è forte. Gesti, consistenze, cose rubate con gli occhi, imparate dalle mani. Non si impara a dorare dai libri, non avrei saputo che farmene di una manciata di gesso una foglia d'oro e un'agata trovati in una cassettina. Ho guardato tanto e ascoltato tanto prima di azzardarmi a buttare una foglia d'argento. Mi hanno insegnato e io ho imparato. Voglio tornare a fare quello che so fare. Qui non serve nulla di quello che sono.


1 commento:

  1. A parte le motivazioni date dall'urgenza di non farsi prosciugare i risparmi, un'esperienza via sicuramente lascia tanto. Ogni volta che siamo stati via io ho portato a casa un pezzo di me che non conoscevo. Belli i tuoi racconti di lì.

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