sabato 29 settembre 2012

Visioni.



Andrei Tarkovsky, Nostalgia 1983

La bellezza della parola nostalgia me la fece scoprire il professore di francese durante una digressione in cui ci spiegò che è composta dal greco νόστος (ritorno) e άλγος (dolore): "dolore del ritorno". E quindi un dolore dell'anima ma che ha questa codina, -algìa, come i più vili dolori del corpo, la nevralgia, la sciatalgia. Infiammazioni. Perché s'attacca sì, al corpo, la nostalgia. La definiscono tristezza e rimpianto per la distanza da persone o luoghi amati o per un evento collocato nel passato che si vorrebbe rivivere, spesso ricordato in modo idealizzato. E mentre fuori inizia la pioggia e tuona, il rumore delle auto sull'asfalto fradicio accompagna le immagini. Bagno Vignoni, San Galgano, Anghiari, Monterchi, ti tornano alla mente. E Comacchio, e Trepponti e molti volti si susseguono, occhi, ricordi, sorrisi e giornate differenti, lontane nel tempo. La nostalgia è come quella nebbia sulfurea, impregna i vestiti inumiditi, è quell'odore giallastro che resta appiccicato fra i capelli, scivoloso sulla pelle. E' quell'umidità che intride le ossa e ridesta i dolori. E' quell'acqua che inzuppa i vestiti e appesantisce i passi. E' una casa dove piove dentro e ci son porte ma non ci sono pareti. I grandi sguazzano in quell'acqua pesante, una bambina sfoggia un paio di stivaloni di gomma. Ha i piedi asciutti, mi vien da pensare, è leggera, la bambina. E trovo che sì, è nel giusto Domenico,  una goccia più una goccia non fa due gocce ma una goccia più grande. Eppure in quella scritta 1+1=1 che campeggia sulla parete, graffita a carboncino, io non ci leggo la ricerca alchemica del superamento della dualità, leggo invece della solitudine dell'uomo, che accanto non sa mai chi ha veramente e quanto questo esser coppia possa valere, che pure appaiati gli uomini restan comunque soli, ognuno nel suo mondo con proprie chiavi di letture affondate nel profondo irrazionale. Quando come per magia ti trovi davanti al diverso da te e per dinamiche sconosciute ti definisci in un botto e ti ritrovi  diversa dal prima e diversa dall'altro, succede che svanisce il mondo, evapora anche la nostalgia e occhi negli occhi ti sembra di aver tutto. Poi, dice la mia amica, succede che ti ritrovi così, impastoiata nella nostalgia, e allora a che è valso? Non so, per me è valsa la gioia e una volta che ti ritrovi impantanata e pesante, pazienza, non ti è stato tolto niente. Anzi, come dice Domenico, sei una goccia più grossa. 

2 commenti:

  1. Nostalgia. Per me è un paesaggio interiore. Una delle mie parole preferite in assoluto. Buona domenica!

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    1. Benvenuta Clara, grazie della visita! Per adesso passeggio in queste lande, la regione nostalgia sembra sconfinata quando la attraversi.

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